Ti sei mai chiesto perché le videochiamate ci rendono così esausti a fine giornata? Si chiama Zoom fatigue lo stress provato dalle videochiamate di lavoro, dal nome della nota piattaforma tecnologica utilizzata. È una forma di affaticamento e disagio provocato dalle videoconferenze, un senso di stanchezza derivante dall’uso estensivo delle tecnologie in smart working. In questo articolo analizzeremo insieme cosa provoca questo tipo di stress, e soprattutto come difendersi dall’eccessivo utilizzo delle videocall.
È ormai evidenziato da molti studi che gli effetti della distanza sociale iniziano ormai a farsi sentire. Una ricerca guidata da Géraldine Fauville, presso l’Università di Göteborg, condotta su circa 10.500 persone, ha messo in evidenza quanto in realtà lo stress da smart working non sia solo legato alla difficoltà di disconnessione, ma anche alla necessità di collegarsi spesso in videoconferenza.
Lo smart working ha sicuramente degli aspetti positivi, come il risparmio costi per gli spostamenti, la maggior disponibilità di tempo libero e migliore conciliazione con la vita extra-lavorativa, ma causa anche momenti di grande fatica, dovuti soprattutto alla mancanza dei contatti in presenza.
Il fenomeno della “Zoom Fatigue” è stato analizzato anche dagli psicologici. In particolare, il recente studio firmato da Jeremy N. Bailenson, docente di comunicazione dell’Università di Stanford, nonché fondatore dello Stanford University’s Virtual Human Interaction Lab, ha portato alla luce questo malessere.
Bailenson ha elaborato un questionario per misurare i vari aspetti della Zoom fatigue: stanchezza generale, fisica, sociale, emotiva e motivazionale. I risultati della ricerca hanno individuato i principali fattori di stress per chi utilizza, per tempi prolungati, questi strumenti. L’indagine fornisce inoltre importanti suggerimenti agli sviluppatori su come migliorare le tecnologie, elaborando una serie di consigli per gli utenti.
Cosa causa la Zoom Fatigue?
Partiamo dal principio e cerchiamo di comprendere insieme cosa causa la Zoom Fatigue. Abbiamo ormai tutti imparato ad usare, in tempi record, Zoom, FaceTime, Skype o Google Meet e tutte le piattaforme di videoconferenza che consentono le interazioni virtuali. Ma queste applicazioni possono provocare stress, specie se l’uso è eccessivo.
Lo studio sottolinea, prima di tutto, che la quantità di contatto visivo durante le videochiamate è superiore a quello di una riunione in presenza. Quando siamo fisicamente in una riunione, infatti, lo sguardo si sposta nella stanza, focalizzandosi su più punti di attenzione, dagli elementi di arredo allo schermo per gli appunti, dallo speaker agli altri partecipanti. Al contrario, nel corso di una videoconferenza, tutti i partecipanti sono esposti sullo schermo per l’intera durata del collegamento.
I volti dei partecipanti appaiono in video sempre in primo piano, annullando la normale distanza che si avrebbe durante una conversazione faccia-a-faccia. Vicinanza, solitamente associata a un contesto di intimità o pericolo.
Inoltre, non sono concesse distrazioni, anzi è richiesta la massima concentrazione. Questa esposizione prolungata allo sguardo altrui, a lungo andare, può diventare un fattore di stress.
Altro fattore è legato all’effetto di continuare a guardarsi ad uno “specchio virtuale” per diverse ore. “Numerose ricerche hanno evidenziato che quando ci si guarda allo specchio si tende a essere critici con noi stessi”, e ciò può generare emozioni negative.
Ci sentiamo in ansia persino per l’immagine del nostro “spazio di lavoro” e per tutti gli eventi che potrebbero farci imbarazzare davanti ai nostri colleghi. Il pensiero costante che cani, gatti, bambini o altre persone interrompano le nostre videochiamate ci costringe a monitorare continuamente l’ambiente circostante. Tutto ciò diventa particolarmente estenuante.
Lo studio, ha evidenziato, inoltre, che il carico cognitivo che viene richiesto al lavoratore durante una videochiamata è notevolmente superiore rispetto a quello necessario nelle interazioni vis-à-vis. La videochiamata, infatti, sforza maggiormente la nostra memoria a breve termine.
In aggiunta, un incontro in presenza favorisce la comunicazione, in particolare la comunicazione non verbale. Ognuno di noi emette ed elabora segnali non verbali automaticamente, come ad esempio espressioni facciali, il tono della voce, il linguaggio del corpo, gesti e postura. Ma nelle videoconferenze, facciamo molta più fatica ad inviare e ricevere questi tipi di segnali. E tutto ciò causa un forte dispendio di energia.
Gli stessi momenti di silenzio, che tanto odiamo nella conversazione nella vita reale, diventano ancora più imbarazzanti online, suscitando nei partecipanti ansia da prestazione.
Ma non è solo al benessere psicologico che bisogna prestare attenzione: anche il nostro fisico viene messo a dura prova nel corso di riunioni da remoto, che si protraggono per ore.
La maggiore sedentarietà, per periodi prolungati di tempo, può avere di conseguenza ripercussioni sulla nostra salute fisica. Al contrario, le interazioni in presenza o attraverso chiamate vocali permettono di spostarsi nell’ambiente, di camminare e di cambiare spesso posizione.
Per ridurre questo disagio, Bailenson suggerisce alcuni accorgimenti che possiamo intraprendere per ridurre lo stress provocato dalle riunioni video.
Il mondo del lavoro è ormai cambiato, molto probabilmente si preferiranno forme di lavoro ibrido. In ogni caso è possibile che le videoconferenze vengano utilizzate ancora un bel po’ di tempo. Per questo motivo, vediamo insieme alcuni consigli per gestire al meglio lo stress provocato dalle videochiamate di lavoro e per dare una svolta alle tue giornate.
Concentrarsi, durante una chiamata, solo sull’ascolto ed eventualmente persino camminare, aiuta a pensare e favorisce la tua creatività. Una valida soluzione è proprio il servizio di audioconferenze di Cloudya, il sistema telefonico in cloud di NFON. Il servizio permette di organizzare conferenze vocali, sia da desktop che da mobile.
Decidendo di partecipare alla conferenza attraverso l’App Mobile di Cloudya (disponibile per iOS e Android) hai la possibilità di muoverti liberamente, anche nel corso della riunione, senza disturbare gli altri partecipanti.
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