Smart working, perché conviene alle aziende

Smart working, perché conviene alle aziende

È un modello flessibile, aiuta a responsabilizzare le persone, consente anche importanti risparmi energetici. Se fino a poco più di un anno fa, lo smart working era una modalità di lavoro abbracciata da pochi, soprattutto tra le PMI, oggi, complice la necessità di contrastare la diffusione dell’epidemia da Covid-19, è argomento che tocca da vicino la maggioranza dei lavoratori e delle aziende. Che in pochi mesi sono dovute passare da modelli di organizzazione rigida a una maggiore flessibilità: nella gestione dello spazio, del tempo, delle responsabilità. E se all’inizio si trattava per lo più di lavoro da remoto, molte sono le realtà che si sono convertite al vero e proprio smart working, che prevede una gestione più responsabile da parte del lavoratore del flusso di impegni, con valutazione di obiettivi raggiunti e non di tempo dedicato agli stessi. Un modello, apprezzato dal 56% degli italiani, secondo quanto riportato da un’indagine di Nomisma e Crif.

E dunque, quali sono i vantaggi che, ad oggi, riportano le aziende che hanno adottato lo smart working? Ecco i principali. 

1. Lo smart working aumenta la produttività

Per capire l’evoluzione da un modello di lavoro da remoto a uno ibrido, Capgemini (società di consulenza nei settori informatico e dei servizi professionali) ha intervistato le persone di circa 500 aziende in 9 diversi Paesi, per un totale di 5 mila lavoratori. Il 63% delle compagnie intervistate ha riportato un aumento della produttività nel 2020 compreso tra il 13 e il 24%, a seguito dell’implementazione dello smart working. Il 70% delle organizzazioni crede che l’aumento della produttività sarà sostenibile nel lungo periodo e le proiezioni sono di un aumento del 17% nei prossimi 3 anni. Questo dipenderà molto da come le aziende sapranno adattarsi ai cambiamenti, creando una cultura aziendale diversa, fondata sull’empowerment del dipendente, nuove forme di leadership, e una maggiore flessibilità. 

2. Con lo smart working, diminuiscono i costi.

L’azienda può ripensare i suoi spazi e optare per uffici più piccoli, o in località meno costose. Molte sono le realtà che stanno pensando di rinunciare a spazi più o meno ampi e molte guardano con interesse ai nuovi modelli di co- working. In ogni caso, un dato è chiaro, certificato da architetti e urbanisti: l’ufficio inteso come grande sede aziendale sembra appartenente al passato, lasciando il posto a una maggiore de centralizzazione. Più sedi e più piccole sparse sul territorio, dunque, per facilitare l’accesso di molti lavoratori, costretti con l’attuale sistema a lunghe ore di spostamenti. Max Dixon, CEO di IWG, una compagnia inglese che gestisce uffici, spiega: “In un’ottica di medio e lungo periodo ci sarà una grande domanda di uffici, ma in località diverse. Le grandi compagnie stanno offrendo ai propri impiegati la possibilità di avere un ufficio vicino alla propria abitazione”. 

 

 

3. Lo smart working consente di assumere le persone giuste per il ruolo giusto. 

Sono 10 milioni i lavoratori a corto di competenze specifiche in Italia, secondo uno studio realizzato dalla società di consulenza strategica Boston Consulting. Il 38, 2% dei lavoratori non avrebbe, quindi, strumenti e conoscenze efficaci per il lavoro che svolge. Una situazione più volte denunciata dalle imprese, che ha a che fare soprattutto con le mansioni e le professioni tecnico- scientifiche, il cui studio è ancora troppo arretrato nel nostro Paese. Ma il problema è spesso anche quello di trovare personale adeguato, disposto a lasciare luoghi di residenza, famiglie, legami sociali per trasferirsi dove l’azienda ha bisogno. Il lavoro da remoto facilita da questo punto di vista la ricerca del personale, permettendo di selezionare la persona più adatta a svolgere un determinato ruolo, indipendentemente dal luogo di residenza della stessa. 

 

4. Lo smart working fa bene all’ambiente

Risparmio energetico, dovuto al calo nell’utilizzo di mezzi di trasporto inquinanti, e di riscaldamento di grandi uffici, maggiore attenzione alla qualità dell’ambiente e scelte di vita più responsabili. Secondo la società di consulenza Global Workforce Analytics, lavorare da casa per metà della settimana può tradursi in 54 milioni di tonnellate di gas serra in meno, ogni anno. Una buona parte del traffico cittadino, infatti, è riconducibile agli spostamenti da e verso l’ufficio. Un'indagine condotta da ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) ha preso in esame 5.500 lavoratori che, durante la pandemia, si sono ritrovati a lavorare da remoto. Dallo studio è emerso che la mobilità di queste persone si è ridotta di circa un'ora e mezza in media a testa, per un totale di 46 milioni di km evitati, pari a un risparmio di 4 milioni di euro di mancato acquisto di carburante. Un altro studio, realizzato dall’Agenzia internazionale dell'energia ha riscontrato che anche tenendo conto dell'aumento dei consumi elettrici che può verificarsi quando si lavora da casa, i vantaggi per l'ambiente sarebbero straordinari.

Se tutti fossero in grado di lavorare da casa in tutto il mondo e lo facessero per un solo giorno alla settimana, si risparmierebbe circa l’1% del consumo globale di petrolio per il trasporto di passeggeri su strada all’anno. Tenendo conto dell’aumento che ciò comporterebbe nel consumo di energia da parte delle famiglie, l’impatto complessivo sulle emissioni globali di Co2 sarebbe un risparmio annuale di 24 milioni di tonnellate (Mt), equivalente alla maggior parte delle emissioni annuali di Co2 della Greater London” commentano Daniel Crow e Ariane Millot di Aie.

Benvenuto smart working, allora. Ma con qualche accortezza. Soprattutto per coloro che si sono trovati nel corso del 2020 a sperimentare per la prima volta questa modalità di lavoro, non sono mancate le difficoltà. 

Connessioni a volte instabili, problematicità nella protezione dei dati, difficoltà a dar vita a call collettive davvero efficienti. A tutto questo risponde NFON, con la sua forte esperienza nello sviluppo di soluzioni abilitanti lo smart working, come il centralino in cloud Cloudya. E dunque, come affrontare al meglio lo smart working, quali sono i reali vantaggi e come applicarli al meglio? Come funziona Cloudya e perché può fare la differenza? E ancora, focus su verità e inesattezze dello smart working. Di questo e di molto altro, parla l’e-book che NFON ha voluto preparare per la sua community, un utile e indispensabile strumento per capire come lavorare al meglio con gli strumenti che la tecnologia ci offre oggi, a casa come in ufficio. Clicca qui per scaricarlo subito!

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