Un dipendente felice lavora bene e un lavoro fatto bene rende felice il cliente. Luogo e rapporto tra colleghi sono alla base della soddisfazione lavorativa. Ma nel periodo in cui la maggior parte delle aziende ha adottato il lavoro agile, si può essere più felici con lo smart working?
Secondo l’ultimo studio dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano relativo al 2019, il “lavoro agile” è ormai una realtà nel 58% delle grandi imprese e nel 12% delle PMI. Con che risultati? Dallo studio si evince che il 76% degli smart worker è soddisfatto del proprio lavoro, contro il 55% degli altri lavoratori. E uno su tre è pienamente coinvolto nella realtà in cui opera, rispetto al 21% di chi lavora in modalità tradizionale.
“Lo smart working – ha spiegato Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio – è un cambiamento che risponde alle esigenze delle persone, delle organizzazioni e della società nel suo complesso, e come tale è un fenomeno inarrestabile”.
Dai risultati della ricerca emerge che i lavoratori smart sono più soddisfatti dell’organizzazione del proprio lavoro (il 31% contro il 19% degli altri lavoratori), ma anche delle relazioni fra colleghi (il 31% contro il 23%) e dei rapporti con i superiori (il 25% contro il 19%).
Inoltre, lo smart working migliora l’engagement delle persone: chi lavora smart è più soddisfatto del proprio lavoro (76% rispetto al 55% dei lavoratori in modalità tradizionale) e più orgoglioso dei risultati dell’organizzazione per cui lavora (71% rispetto al 62%) e desidera restare più a lungo in azienda (71% rispetto al 56%). Considerando tutti gli elementi che caratterizzano l’engagement, gli smart worker che si sentono pienamente “ingaggiati” sono il 33%, rispetto al 21% degli altri lavoratori.
Altri fattori importanti che caratterizzano lo smart working sono il livello di responsabilizzazione rispetto agli obiettivi aziendali e personali, il maggior livello di flessibilità nell’organizzare le attività lavorative e la capacità di bilanciare l’uso di tecnologie digitali con gli strumenti tradizionali di collaborazione, la cosiddetta “attitudine smart”, che varia dal 17% dei lavoratori tradizionali al 35% di quelli smart.
Dunque, un bilancio decisamente positivo, che regala allo smart working la patente di modello lavorativo da implementare. Soprattutto se si pensa ai vantaggi per le aziende: riduzione degli spazi negli uffici, con conseguenti risparmi gestionali; una gestione più attenta del tempo, che include anche una riduzione dell’assenteismo; eliminazione di benefit come buoni pasto o rimborsi per trasferte. Inoltre, i lavoratori in smart working tendono ad essere più puntuali, precisi e rispettosi del proprio lavoro, mostrandosi capaci di onorare gli impegni presi e di lavorare per obiettivi.
Soddisfazione ed efficienza sono parole chiave nel vocabolario di NFON, che con i suoi prodotti offre tecnologie in grado di migliorare le prestazioni lavorative e di favorire lo smart working. Come il centralino in cloud, Cloudya, che rende lo smart working non solo più agevole, ma anche più conveniente, permettendo a tutti i dipendenti di lavorare ovunque e di accedere a qualunque dispositivo con un solo numero.
Mandare fax o ascoltare messaggi vocali da memorizzare sul pc non sono un problema, grazie ai servizi Voicemail e Fax virtuale, i quali prevedono sia una segreteria telefonica individuale in grado di memorizzare i messaggi vocali in formato elettronico così da recuperarli da Pc, telefono fisso o riceverli via mail, sia l’invio e la ricezione di fax, che possono essere condivisi virtualmente in un gruppo di utenti e creati in formato PDF (oltre all’assegnazione di un numero personale ad ogni collaboratore). Da evidenziare poi la funzione audioconferenze moderate. Un servizio che permette di connettere fino a un massimo di 50 partecipanti interni ed esterni con autenticazione mediante PIN. Utilissima, di questi tempi, anche la funzione di instradamento a tempo, che agevola la gestione dei flussi di chiamate in base al tempo e alla possibilità di definire fasce orarie di raggiungibilità verso destinatari specifici.