Skill development, come migliorare le tue competenze anche da casa in 4 mosse

Skill development, come migliorare le tue competenze anche da casa in 4 mosse

Si può imparare anche da casa, seduti davanti allo schermo di un computer? Si può, come l’anno trascorso tra lockdown e riprese ha dimostrato, quando molte aziende si sono viste costrette a ricorrere alla formazione a distanza (FaD). Secondo un’indagine del sito di online recruiting Infojobs (che ha interessato un campione di 109 aziende e 1062 candidati), a maggio 2020 il 52% delle aziende ha infatti offerto ai propri dipendenti corsi online.

I risultati? Più che positivi: il 66% dei lavoratori intervistati da Infojobs si è infatti dichiarato soddisfatto dell’esperienza.

Del resto, i benefici della formazione a distanza sono noti da tempo: oltre a garantire sicurezza e continuità in questi tempi incerti, la FaD ha il vantaggio di ridurre alcuni costi associati alla formazione in presenza e offre una maggiore flessibilità in termini di gestione del percorso formativo. 

In alcuni casi è l’azienda che predispone la formazione e identifica i temi da trattare, i corsi da seguire e gli esperti a cui fare riferimento. In assenza di un’offerta da parte dell’azienda (come nel caso dell’83,6% dei lavoratori intervistati da Infojobs), anche il singolo può intraprendere un percorso di sviluppo professionale

In un mondo del lavoro che sta cambiando a ritmi molto veloci, la formazione continua è dunque davvero importante. Ma da dove iniziare? Abbiamo selezionato alcuni consigli utili per elaborare una strategia di apprendimento in 4 fasi. 

  • Individuare il proprio skill gap

La prima cosa da fare è individuare il proprio skill gap, ovvero quel set di competenze che vanno migliorate o che mancano al lavoratore. Si tratta di competenze tecniche (necessarie allo svolgimento delle proprie mansioni lavorative), e di competenze interpersonali, le cosiddette soft skill, che, secondo un rapporto dell’Osservatorio permanente sul mercato del lavoro (istituito da EY, Pearson e ManpowerGroup per monitorare i cambiamenti del mercato del lavoro), assumeranno un peso sempre più rilevanti nei prossimi 10 anni. 

Tra le competenze più richieste nei prossimi anni, secondo il rapporto, spiccano capacità di analisi, conoscenze e abilità tecniche, abilità di base come le strategie di apprendimento, attitudini cognitive quali l’originalità, e abilità sociali come la capacità di persuasione. A queste andranno aggiunte conoscenze in psicologia, informatica, gestione di impresa, la capacità di valutazione sistemica, ideazione e originalità, la capacità di persuasione e adattabilità.

  • Fare networking, anche da casa

Non va poi sottovalutato il bagaglio di informazioni e conoscenze che può arrivare dal proprio network di contatti. Si chiama peer education ed è il meccanismo in base al quale si apprende dai propri colleghi: entrare in contatto con chi, all’interno della propria azienda o del proprio network, è già in possesso delle competenze che si intende sviluppare, è utile per chiedere consigli anche sul percorso formativo più appropriato. 

  • Arricchire l’offerta formativa con letture e manuali tematici

La formazione inizia anche dall’approfondimento e dallo studio. Per questo, gli esperti suggeriscono di crearsi una propria biblioteca di letture utili correlate con le esigenze del proprio ambito di lavoro. Molti, i libri a tema skill development, sia nell’ambito delle hard skill che delle soft skill. Tra i titoli migliori per lo sviluppo delle competenze digitali, il magazine Forbes consiglia “Digital skills. Capire, sviluppare e gestire le competenze digitali” (F. Derchi, G. Xhaet, Hopepli, 2018), primo manuale in Italia a trattare l’argomento, frutto di due anni di ricerca.

Amplia scelta anche per le soft skill. In questa sezione si possono trovare manuali di psicologia, di comunicazione e pensiero strategico. Tra i libri più apprezzati dagli utenti Amazon per questa sezione, troviamo il classico “Intelligenza emotiva, che cos’è e perché può renderci felici”, firmato dal pluripremiato psicologo americano Daniel Goleman  (2011, Best Bur); “I robot non sanno fare networking (per adesso). 12 take away su come creare e gestire relazioni interpersonali nell’era digitale” (G. Minutolo, 2020, Guerini Next) e “Il leader calmo. Come conquistare menti, cuori e vittorie” (C. Ancelotti e al. 2016, Rizzoli). 

  • Scegliere le piattaforme e i corsi giusti 

Infine, una volta scelto il percorso da intraprendere, si può selezionare la modalità di apprendimento che meglio rispecchia le proprie esigenze. L’offerta formativa online è ampia e variegata: diverse università offrono MOOC (Massive Online Open Courses) che permettono di accedere a video lezioni in modalità streaming. Tra i MOOC più conosciuti nel nostro Paese troviamo la piattaforma di Web Learning “Federica dell’Università di Napoli Federico II, “Pok” del Politecnico di Milano e “Uniroma” dell’Università di Roma La Sapienza. 

In alternativa, si può scegliere uno dei corsi offerti dalle tante piattaforme di e-learning. Tra queste, le più conosciute sono “Coursera” (creata dall’università di Stanford con la partecipazione di oltre 100 università), “Udacity” e “Edx” (due piattaforme che mettono a disposizione videolezioni corredate da test per valutare quanto appreso). Non va poi tralasciata l’offerta di Microsoft Teams, che continua ad arricchirsi: Microsoft sta infatti investendo su piattaforme per la gestione dei lavoratori da remoto, che oltre ai tool di collaborazione e analytics offrono strumenti rivolti proprio allo skill development.

E grazie alla nostra soluzione Nvoice, Microsoft Teams può diventare anche un centralino in cloud aziendale: è infatti possibile utilizzarlo come unico servizio per collaborare e comunicare con colleghi e clienti usufruendo di tutte le funzionalità di Cloudya. 



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