Next normal, come cambia il nostro modo di lavorare in tempi di incertezza

Next normal, come cambia il nostro modo di lavorare in tempi di incertezza

Negli ultimi mesi la nostra normalità è stata sconvolta. Con l’allentamento delle misure di lockdown in diversi Paesi abbiamo sentito spesso parlare di next normal, prossima normalità, e new normal, nuova normalità, in riferimento al modo in cui la convivenza con questa pandemia ha cambiato la nostra quotidianità. Infatti, se non c’è sempre concordia su quello che riserva il futuro, un tema che sembra mettere tutti d’accordo è l’impatto che il Coronavirus avrà a livello globale. In poche parole: esisteva un mondo pre-Covid-19 e ne esisterà un altro post-Covid- 19. 

‘‘Ora abbiamo un’occasione per costruire una normalità migliore’’: è l'appello che l’Unesco ha lanciato attraverso un video, che sottolinea come il Coronavirus ci abbia mostrato alcune contraddizioni che accettavamo come normali. In effetti, in questi mesi sono accaduti eventi che fino a pochi mesi fa sarebbero stati ritenuti ‘‘straordinari’’: operatori della Rete che hanno dato accesso gratuito a risorse educative in Africa; per la prima volta da 30 anni l’Himalaya è tornato visibile da 200km di distanza; la condivisione di dati a livello globale ha permesso di decodificare il genoma del nuovo Coronavirus in soli 3 giorni. 

New normal o next normal?

Se il termine new normal è tra i due quello più comunemente usato, non tutti sono convinti che sia adeguato a descrivere quello che ci aspetta nei prossimi mesi. In un’intervista a Forbes, Zabeen Hirji, executive advisor per ‘‘Future of Work’’ Deloitte Canada ed ex Capo delle Risorse Umane per la Royal Bank Canadese, ha sottolineato l’importanza per i business leader del settore pubblico e privato di abbandonare questo concetto in favore di quello di next normal. A suo avviso, questo termine è più adeguato in quanto ‘‘più dinamico e transitorio’’. Parlare di nuova normalità è prematuro, secondo Hirji, perché non è ancora chiaro ciò di cui avremo bisogno per sostenere e supportare i dipendenti nel mondo post Covid-19, che sarà caratterizzato da cambiamenti continui. 

Smart working, da necessità a nuovo business model

La crisi che la pandemia ha provocato ha mostrato diverse vulnerabilità dei nostri sistemi, in primis nel comparto dell’organizzazione interna delle aziende. Lo smart working è stato uno dei grandi protagonisti degli ultimi mesi e se per molte aziende si è trattato di sopravvivenza, altre hanno consolidato un business model già da tempo adottato. In molti casi, questo ha determinato la capacità di reazione e di successo delle singole aziende. Secondo una ricerca realizzata da McKinsey, infatti, le compagnie che avevano da tempo incorporato il modello di lavoro agile sono state quelle che meglio hanno sopportato l’impatto del Covid-19. In queste, i team hanno continuato il loro lavoro durante la pandemia, senza che ci fosse una battuta d’arresto nella loro produttività. Al contrario, le aziende meno agili hanno faticato nella transizione e nella riorganizzazione del lavoro.

Ma la vera rivoluzione è stata di tipo “culturale”. Anche le organizzazioni più restie ad adottare modelli di lavoro flessibile, si sono rese conto dei vantaggi rappresentati dallo smart working. È caduto, quindi, il timore che lavorare da remoto comporti necessariamente una riduzione della produttività. Quello che è per molti un nuovo modello lavorativo, porta con sé oltre a grandi benefici anche nuove sfide, che spaziano dall’esigenza di approntare gli strumenti corretti per lavorare da casa, alla difficoltà nel mantenere il giusto rapporto lavoro-vita privata quando l’ufficio è all’interno delle proprie mura domestiche.

Smart working: le nuove tendenze di design e arredo per la casa

Con la diffusione dello smart working, la casa non è più soltanto uno spazio personale e familiare, ma diventa anche un luogo di lavoro. Si rende necessaria quindi una riorganizzazione degli spazi ed emergono nuove tendenze di arredo e design. 

Secondo Vanity Fair, il futuro è da ricercarsi nelle case dei Millennials, che si caratterizzano per una prevalenza dello stile ‘‘mix and match’’, dove coesistono elementi di arredo contemporaneo e ispirati al mood industriale e a uno stile minimalista con elementi più tradizionali, come l’uso del marmo per i pavimenti, ripiani da cucina e scrivanie.

I trend per l’arredo della casa evidenziano, inoltre, un interesse sempre più crescente verso la green economy, la sostenibilità dei prodotti e la propensione a investire per una ‘‘casa intelligente’’, dove la tecnologia domotica viene impiegata non solo per ridurre il consumo energetico, ma anche per aumentare comfort e sicurezza. Particolarmente sentita è anche l’esigenza di portare un po’ di natura in casa, attraverso un mini giardino o piante da scrivania, che contribuiscono a ridurre l’inquinamento domestico e favoriscono la concentrazione. 

 

Come rimanere connessi mantenendo il benessere digitale quando la casa diventa ufficio? 

Una delle maggiori preoccupazioni per i reparti HR è come mantenere i ritmi di lavoro e la connessione tra i dipendenti quando si trovano a lavorare da diverse location. Anche qui la tecnologia viene in aiuto, con strumenti che permettono di tracciare i progressi del team in modo trasparente e riadattare rapidamente le priorità dell’azienda. I diversi programmi di collaborazione da remoto a disposizione delle aziende permettono inoltre una facile e rapida comunicazione tra il team, con la possibilità di videoconferenze ed eventi online che contribuiscono a creare un ‘‘ufficio virtuale’’, ripristinando un senso di normalità in quelle aziende che non avevano ancora adottato il modello agile.

Con la tecnologia sempre più presente nelle nostre vite e la difficoltà di ritagliarsi spazi personali quando si può rimanere sempre connessi, è inoltre cresciuta negli ultimi anni l’attenzione al digital wellbeing, ovvero il benessere digitale, non solo da parte dei datori di lavoro, ma anche dagli stessi provider di servizi ed app digitali. Consapevolezza e riflessione sull’uso che si fa della tecnologia è il primo passo per capire quali comportamenti adottare per mantenere uno stile di vita sano. Così, Google ha creato diversi strumenti di digital wellbeing, che permettono di analizzare l’uso che l’utente fa del proprio telefono, il tempo speso utilizzando specifiche app, e consentono di importare un timer giornaliero per l’utilizzo di app e siti Web. 

Next normal, le tecnologie che ci guidano verso la nuova normalità 

È dal 2007 che NFON lavora a questa "nuova normalità", credendo in una tecnologia che permette di rendere più efficienti tutti i processi aziendali e l’organizzazione del proprio business da qualunque luogo e in qualsiasi momento. Il nostro obiettivo è aiutare le aziende a raggiungere l'efficienza in termini di costi e a poter gestire in modo più efficace le risorse interne, tema particolarmente importante in tempi di problematiche economiche e sociali.

Le nostre soluzioni sono create per favorire la collaborazione, a partire dalle riunioni virtuali fino alle conferenze, e consentono ai dipendenti di comunicare facilmente via telefono quando la posta elettronica e la messaggistica istantanea non sono sufficienti, o quando la connessione internet a casa è scarsa.

Cloudya, il nostro centralino telefonico in cloud, permette alle aziende di stabilire linee di conversazione aperte, sia tra i team interni che con i clienti. Con la crescente adozione di strumenti di collaborazione come Microsoft Teams, abbiamo sviluppato Nvoice for Microsoft Teams per consentire alle organizzazioni di integrare queste funzionalità di telefonia professionale nel loro client Teams, senza l’acquisto di hardware. Insieme, questi due strumenti offrono un'esperienza senza interruzioni per tutti gli utenti, che lavorino a casa, in ufficio o in viaggio.

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