Le persone al centro dell’azienda: come cambiano i benefit aziendali nel modello di lavoro ibrido

Le persone al centro dell’azienda: come cambiano i benefit aziendali nel modello di lavoro ibrido

Ascolto, formazione, flessibilità e inclusione: sono questi i valori su cui punteranno le aziende per trattenere i propri talenti.

A rivelarlo è una recente ricerca di Kpmg e Great Place To Work, che ha interessato circa 40 mila dipendenti di un centinaio di aziende operanti nei settori life science, technology, media e telecom, services, energy, logistics, industrial e consumer packaged goods.

Secondo quanto evidenziato dalla ricerca, nei prossimi mesi le aziende non continueranno ad adottare esclusivamente il modello del lavoro da remoto, ma non torneranno nemmeno ai vecchi paradigmi lavorativi: sperimenteranno, invece, nuovi modelli ibridi, più flessibili e caratterizzati da una maggiore fiducia verso i dipendenti. 

Con le modalità di lavoro, cambieranno anche i benefit offerti: ora che tra le priorità dei lavoratori ci sono flessibilità e un migliore rapporto lavoro-vita privata, anche le aziende dovranno adeguarsi. 

Un cambiamento necessario, in vista delle nuove sfide che si prospettano nel mondo che verrà, prima tra tutte le necessità di trattenere i propri talenti. Secondo l’indagine condotta dalla società di ricerca Edelman Data x Intelligence, 2021 Work Trend Index (che ha coinvolto 31,092 dipendenti full-time di vari Paesi), il 40% dei lavoratori sarebbe infatti pronto a lasciare il proprio impiego. 

Cosa possono fare le aziende per evitarlo? In questo percorso di transizione, i feedback dei dipendenti assumono un ruolo cruciale: la ricerca ha infatti evidenziato che le aziende che svolgono più frequentemente momenti di ascolto dei collaboratori attraverso survey strutturate e ricorrenti, hanno raggiunto livelli di soddisfazione dell’employee experience decisamente più elevati.

Ma quali sono le richieste da parte dei dipendenti? Il 70% degli intervistati da Kpmg e Great Place to Work, ha dichiarato di voler essere accompagnato in un percorso di upskilling (per acquisire competenze aggiuntive) e reskilling (nuove competenze).

Percorsi, che si renderanno necessari in un mondo del lavoro sempre più ibrido, dove saranno i lavoratori stessi a chiedere l’alternanza tra lavoro in presenza e da remoto: bilanciare questi due modelli lavorativi è la priorità per il 48% degli intervistati.

Ad oltre un anno dall’introduzione massiva dello smart working, molti dipendenti hanno infatti realizzato che il lavoro da remoto è un’opzione concreta (il 73% degli intervistati ha dichiarato di poter svolgere il proprio lavoro anche da casa). Per le aziende dove questo non è possibile, la sfida sarà trovare nuove modalità più flessibili e promuovere politiche di welfare in linea con le aspettative dei dipendenti. 

In questo periodo di incertezza, inoltre, è importante che le aziende riescano a creare un ambiente inclusivo. Le aziende oggetto della ricerca di Kpmg e Great Place to Work con una migliore employee experience sono infatti organizzazioni inclusive, con policy specifiche volte a migliorare la parità di genere, come programmi di leadership rivolti alle donne.

Un’azienda inclusiva è un’azienda sensibile ai bisogni dei propri collaboratori e ai fattori che possono creare stress e ansia. Secondo una ricerca della società di consulenza McKinsey, l’incertezza riguardo le policy e l’organizzazione futura dell’azienda aumenta il rischio di burnout del lavoratore, mentre coloro che sono inclusi nella transizione, con comunicazioni chiare sulla direzione che l’organizzazione intende prendere (anche prima che le decisioni siano definitive) sono quasi cinque volte più produttivi. 

Per affrontare queste sfide le aziende avranno bisogno anche delle giuste tecnologie digitali, che permettano di passare dal lavoro in ufficio a quello da remoto senza alcuna interruzione. Ne è un esempio Cloudya, il centralino in cloud di NFON. Pensata come tecnologia abilitante lo smart working, Cloudya permette al lavoratore di essere sempre raggiungibile e di avere accesso ai dati e ai contatti lavorativi indipendentemente dal luogo di lavoro.

Grazie al servizio multitelefono, infatti, è possibile collegare il proprio numero di telefono a un massimo di 9 dispositivi. Basterà, quindi, effettuare il login al proprio account professionale per avere accesso a tutte le funzionalità e ai dati del centralino, senza dover spostare dispositivi dall'ufficio a casa e viceversa. 

Grazie alla comoda app mobile, inoltre, il dipendente non è vincolato a una postazione fissa, ma può scegliere da dove lavorare: tutto quello di cui avrà bisogno sono una connessione Internet veloce e le proprie credenziali di accesso.

Per facilitare la collaborazione da remoto, inoltre, l’azienda ha introdotto Meet & Share, una nuova funzionalità di Cloudya che permette videochiamate 1-1. Ai tanti strumenti integrati pensati per facilitare il lavoro agile, si aggiungono soluzioni premium volte a soddisfare i bisogni delle singole organizzazioni, come Nvoice per Microsoft Teams, che permette alle aziende di integrare tutte le funzioni di telefonia alla piattaforma di Microsoft e di fare e ricevere chiamate aziendali direttamente su Teams.

Grazie a Cloudya, le aziende potranno scegliere i modelli organizzativi che più si addicono ai loro bisogni e alle necessità dei loro dipendenti. 

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